Carie dai denti da latte
- Ciobanu Galina
- 14 nov 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Infezione comune e ricorrente nei bambini, la carie dei denti da latte (o decidui) richiede attenzioni maggiori. Nonostante siano destinati a cadere, devono essere comunque sottoposti a trattamento di pedodonzia per evitare la completa distruzione dell’elemento interessato e di conseguenza il disallineamento dei denti permanenti. Non curare una carie potrebbe aprire la strada anche a infezioni dolorose come ascessi o fistole.
Cos’è una carie del dente da latte
La carie dei denti da latte è un’infezione piuttosto comune nei bambini, favorita dalla scarsa mineralizzazione dello smalto e dalla fragilità della dentina, ovvero la sostanza di cui è composto ogni elemento. Secondo un recente studio condotto dal Ministero della Salute, il 21% dei pazienti in età pediatrica è affetto dalla malattia di origine infettiva mentre nei preadolescenti (dai 10 ai 14 anni) il dato sale addirittura al 43%. La carie viene classificata in base al tipo di danno e alla parte interessata:
classe 1. L’infezione riguarda la parte più superficiale dei premolari e molari, nonché l’area degli incisivi più vicina alla lingua
classe 2. La malattia infettiva interessa le aree interdentali di premolari e molari
classe 3. Il danno riguarda le aree tra gli incisivi e i canini
classe 4. La carie riguarda le aree tra canini e incisivi interessando anche i bordi liberi delle gengive
classe 5. Quando l’infezione danneggia il colletto dentale
classe 6. La patologia interessa i bordi liberi dei denti anteriori oppure le cuspidi dei denti posteriori.
Esiste un’altra patologia infettiva molto pericolosa, che colpisce i lattanti. Definita carie da biberon è causata da cattive abitudini orali come l’intingere il ciuccio o il biberon nel miele o in altre sostanze zuccherate per favorire l’addormentamento o per calmare il piccolo da alcune crisi di pianto. Il ricorso continuo a questi espedienti provoca il danneggiamento di tutti gli elementi della cavità orale a partire dagli incisivi superiori per poi raggiungere anche quelli posteriori.
La carie non è generata dallo zucchero, ma da alcuni batteri come lo streptococcus mutans.
Sintomi
Nella fase iniziale, la carie dei denti da latte è pressoché asintomatica. Ci si può accorgere del problema quando iniziano a comparire delle macchie di colore bianco opaco o degli aloni sullo smalto, accompagnati da una progressiva rugosità della superficie.
Nella fase precoce del processo carioso, il bambino avverte una leggera sensibilità ai cibi e alle bevande ma quando la lesione si spinge più in profondità non è facile trascurare la comparsa del classico buco e di un dolore molto intenso sia durante la masticazione che in fase di respirazione con il passaggio dell’aria fredda e calda. Il malessere è causato dall’infiammazione della polpa del dente.
Se questi sintomi vengono trascurati, avviene la necrosi del dente e la formazione dell’ascesso, caratterizzato da un evidente gonfiore delle gengive e dalla comparsa di bollicine sul tessuto interessato.
Per quanto riguarda la carie da biberon presente già nei piccoli pazienti di 12-18 mesi, il disturbo si manifesta dapprima con la comparsa di piccole macchie bianche sugli incisivi superiori (di rado sui canini) e, in breve tempo, si passerà alla distruzione dei denti da latte, con conseguenti crisi di pianto e problematiche riguardanti il corretto sviluppo e l’allineamento degli elementi permanenti.
Fattori di rischio
La carie si sviluppa più rapidamente nei denti da latte che in quelli permanenti dal momento che lo smalto è meno mineralizzato, sottile e la dentina è molto più fragile. Gli acidi prodotti dalla placca batterica raggiungono la polpa (la parte più interna del dente) provocando dolore, ascessi e, di conseguenza, la morte del nervo. I fattori di rischio che favoriscono questa condizione sono tanti e spesso agiscono anche in contemporanea.
Si segnalano:
lo squilibrio nel microbiota della bocca, causato da batteri cariogeni che trasformano gli zuccheri in acidi e attaccano lo smalto e la dentina
una cattiva alimentazione
una scarsa igiene orale
fattori ambientali, di natura socio-economica
fattori di suscettibilità individuale come uso di farmaci, saliva insufficiente, difetti congeniti dello smalto, malattie congenite.

I denti decidui cariati, anche se soggetti a caduta, vanno comunque curati perché prima di essere sostituiti dai permanenti consentono una corretta masticazione, permettono un’adeguata fonazione (la pronuncia delle parole), consentono di mantenere lo spazio necessario per una buona eruzione dei denti definitivi, aumentano l’autostima nel bambino perché forniscono un bel sorriso. Il trattamento della carie dei denti da latte viene decisa dal dentista in base alla gravità del problema e al tipo di lesione:
metodi tradizionali. Viene rimossa la parte di dentina e di smalto danneggiata e si procede con l’otturazione. Per favorire la collaborazione del piccolo paziente ed evitare che abbia timore, l’odontoiatra pediatrico può decidere di intervenire con l’analgesia relativa, ovvero la sedazione cosciente con Protossido d’Azoto. Qualora l’otturazione non dovesse essere sufficiente, a causa di una forte compromissione della polpa dentale, si procede con l’estrazione definitiva dell’elemento
tecnica ART (Atraumatic Restorative Treatment). L’approccio tende a conservare la parte sana del dente mediante un trattamento con Ozono terapia che provvede alla sterilizzazione della cavità cariosa per poi procedere alla chiusura con materiali bioattivi. Soluzione indicata per i bambini poco collaborativi
ozono terapia. Il trattamento è indicato per i pazienti molto piccoli (18-30 mesi) con l’obiettivo di bloccare il progredire dell’infiammazione e stimolare i denti ad auto rinforzarsi.
È importante agire tempestivamente anche sulle cause della carie, motivo per cui bisogna migliorare l’igiene orale, cambiare le abitudini alimentari, lo stile di vita e seguire una corretta fluoroprofilassi. La prevenzione è, in ogni caso, la migliore cura per evitare la carie dei denti da latte.
Come prevenirla
La prevenzione è la migliore soluzione per ridurre il rischio di sviluppare una carie dei denti da latte. Pertanto è necessario:
prestare attenzione all’igiene orale fin dalla prima infanzia. Non potendo ancora utilizzare spazzolino e dentifricio, è necessario passare ogni giorno una garza sterile inumidita sulle gengive e sui primi dentini, massaggiandoli per bene
evitare di far addormentare il neonato con il biberon pieno di latte o tisane zuccherate. Non abituarlo al ciuccio inzuppato nel miele
insegnare ai bambini più grandi l’uso regolare dello spazzolino da denti, del filo interdentale e del collutorio
correggere le cattive abitudini alimentari, sostenendo una dieta sana, povera di zuccheri e dolci
non alimentare la paura del dentista, ma anzi abituare il bambino alle visite periodiche cominciando già dalla prima, consigliata a partire dai 3-4 anni.
Alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato come la carie possa essere anche ereditaria e quindi trasmessa da madre in figlio durante la gestazione. Pertanto, le donne in stato interessante che dovessero avvertire anche un banale mal di denti oppure sviluppare una carie più o meno seria dovrebbero prenotare un controllo presso il dentista.
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