Ablazione del tartaro: di cosa si tratta
- Ciobanu Galina
- 14 nov 2024
- Tempo di lettura: 4 min
L’ablazione del tartaro, anche conosciuta come detartrasi, è una pratica odontoiatrica che si inserisce nell’ambito dell’igiene dentale. Con questa procedura, infatti, si va a rimuovere la placca batterica presente sulla superficie del dente, evitando così che l’azione di fattori esterni possa causare infiammazioni gengivali.
L’accumulo di tartaro sui denti è un fenomeno abbastanza comune; per quanto si possa effettuare un’accurata e quotidiana igiene orale domestica, non sempre si riescono a eliminare in profondità la placca e i batteri che si accumulano sui denti.
Proprio per questo, sottoporsi periodicamente a sedute di igiene dentale professionale per l’ablazione del tartaro costituisce una forma di prevenzione determinante per scongiurare l’avvento di fastidi nella cavità orale che, se non trattati per tempo, possono dare luogo a patologie anche gravi.
Cos’è il tartaro
Molto spesso si tende a fare confusione tra placca dentale e tartaro.
La prima può essere considerata come una sorta di pellicola batterica che ricopre completamente i denti, mentre il tartaro è la conseguenza della placca non rimossa. Quando questo elemento si combina con la saliva, si cristallizza e genera una crosta solida e di colore giallo che risulta essere facilmente visibile, specie quando si forma sopra il bordo della gengiva.
É bene comprendere che questa crosta è altamente nociva per la salute del cavo orale; il tartaro, difatti, tende a trattenere la placca determinando un suo aumento di volume. L’ambiente creato da questa sostanza, inoltre, è altamente favorevole per la generazione di carie dentali.
Infine, per capire a fondo quanto possa essere deleterio questo elemento, c’è da sottolineare che esso può causare, con molta probabilità, la retrazione gengivale e gengiviti.
Se questi fenomeni vengono poi trascurati, possono sfociare in malattie parodontali che costituiscono una delle forme più gravi in cui può riversare la nostra bocca, in quanto vengono compromessi seriamente i denti e la loro stabilità.
In quest’ottica, dunque, è chiaro comprendere che il tartaro rappresenta un nemico molto pericoloso per la salute della cavità orale e pertanto va assoltuamente eliminato.
Come funziona l’ablazione del tartaro
Come abbiamo accennato, se la quotidiana igiene dentale domestica può essere effettuata utilizzando semplicemente uno spazzolino, manuale o elettrico, l’ablazione del tartaro viene eseguita solo in uno studio professionale.
Durante una seduta specialistica, infatti, l’igienista dentale si concentra dapprima sugli accumuli di tartaro presenti sulla superficie dei denti e sotto la gengiva, per poi procedere con la pulizia degli spazi interdentali.
L’eliminazione della placca e dei batteri avviene mediante uno strumento professionale a ultrasuoni chiamato ablatore; questo è caratterizzato da una punta metallica che, vibrando, pratica un’azione profonda e precisa sul dente, senza intaccare i tessuti.
Successivamente, il dentista si occupa della rimozione di ogni eventuale macchia presente sulla placca, grazie all’ausilio di prodotti specifici sbiancanti.
Terminata questa procedura, poi, le superfici dentali ricevono un’accurata lucidatura e vengono rinforzate con un trattamento remineralizzante a base di fluoro.
Tipologie di ablazione del tartaro
Il trattamento di ablazione del tartaro, come abbiamo accennato, può avere diverse tipologie di applicazione:

Detartrasi sopragengivale, è la tecnica mediante cui il tartaro viene rimosso al di sopra della linea gengivale; il deposito di batteri, in questo caso, è ben visibile dall’esterno, specie nei casi in cui si presenti di colore giallastro o marrone, dato soprattutto dall’abitudine di bere molti caffè o fumare con frequenza.
Detartrasi sottogengivale, chiamato anche scaling, è la pratica che prevede la rimozione del tartaro al di sotto delle gengive; in questo caso, lo sporco si annida dentro quella che viene definita tasca parodontale, ovvero lo spazio che intercorre tra il dente e la gengiva.
Questa condizione non permette di essere visibile ad occhio nudo e pertanto il paziente non ha modo di accorgersi di questo fenomeno con la sola igiene orale praticata con lo spazzolino.
In questo contesto, l’ablazione del tartaro completa e professionale prevede la rimozione di tutti questi elementi batterici sia sopra che sotto le gengive; propendere, dunque, per questa procedura completa permetterà di garantirsi una bocca più sana e, di conseguenza, meno soggetta a patologie e infezioni.
Ogni quanto va effettuata l’ablazione del tartaro
Normalmente, per chi ha gengive sane, è consigliata la procedura di ablazione del tartaro con Aer Flow almeno ogni sei mesi.
In caso contrario, in presenza di problemi legati a gengiviti o parodontiti, è opporturno recarsi più spesso dal dentista ed effettuare sedute di pulizie dentali maggiormente ravvicinate.
L’ablazione del tartaro è dolorosa?
Il trattamento di ablazione del tartaro, se eseguito da professionisti del settore, è indolore e non invasiva.
L’unica spiacevole sensazione che potrebbe provare il paziente è quella legata a un fastidio generale, specie se si hanno denti sensibili.
In alcuni casi, in accordo con il dentista, ci si può avvalere della sedazione analgesica cosciente e ridurre al minimo ogni eventuale dolore.
Consigli per mantenere l’igiene orale
Una volta effettuato il trattamento di ablazione del tartaro, lo specialista avrà cura di fornire una serie di consigli al paziente che possano meglio indirizzarlo verso una corretta igiene dentale.
Il primo aspetto da considerare, in questo contesto, è la pulizia domestica dei denti che va effettuata almeno tre volte al giorno e dopo i pasti principali.
Una regola fondamentale, quando si spazzolano i denti, è quella di soffermarsi su ogni elemento e non dimenticarsi di pulire anche gli spazi interdentali. Altro consiglio è quello di utilizzare ogni giorno il filo iterdentale, capace di rimuovere ogni residuo di cibo.
Anche l’alimentazione incide molto sull’igiene e la salute del cavo orale; evitare di consumare cibi e bevande che tendano a macchiare i denti, come caffè, frutti rossi, liquirizia o curry, può essere un’abitudine molto efficace.
Infine, sempre in accordo con il proprio dentista, è possibile avvalersi di collutori specifici che hanno il grande merito di disinfettare le gengive senza risultare eccessivamente aggressivi.
Controllo odontoiatrico: cure e interventi
Molte persone sperano sempre di non dover arrivare mai a sedersi sulla poltrona del dentista; paradossalmente, invece, il miglior modo per prevenire interventi più invasivi è proprio quello di effettuare controlli periodici anche solo per valutare la situazione della propria bocca. Dental Implant House , a questo scopo, garantisce l’assistenza e il supporto ai propri pazienti grazie a un team di professionisti del settore che sono in grado di individuare anche il minimo disturbo presente nel cavo orale e porvi rimedio.
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